Il 25 maggio alla Stazione Leopolda di Firenze prende vita il lancio della
Fondazione Anteego: una serata tra musica, installazioni e un allestimento
che ripensa radicalmente il modo di fare cultura, partendo dall’upcycling
e dalla sostenibilità.


Non un semplice evento, ma un atto fondativo. Non una celebrazione patinata, ma un’esperienza che mette in discussione le forme, le consuetudini e gli sprechi.
L’evento, in programma domenica 25 maggio presso lo Spazio Alcatraz della Stazione Leopolda di Firenze, è il debutto della Fondazione Anteego, pensato come dichiarazione d’intenti e come viaggio collettivo attraverso nuove visioni della cultura, della formazione, della progettazione e dell’identità.
Un nuovo modo di pensare l’evento culturale
Il cuore dell’evento è l’idea che anche un allestimento possa farsi racconto. Il progetto nasce dal rifiuto dei format convenzionali e dall’abbraccio di una logica trasformativa e partecipata. Il tema dell’upcycling guida la configurazione dello spazio, pensato non come una scenografia perfetta ma come cantiere aperto: un ambiente che mostra le sue imperfezioni e ne fa un valore.
Il risultato? Un evento che anziché rincorrere la spettacolarità, propone una bellezza diversa: quella della coerenza, del senso, della trasformazione consapevole.
Per partecipare all’evento è possibile iscriversi a questo link di eventbrite.
Il design come atto narrativo
L’allestimento dell’evento è a cura di Studio OPAA, con la direzione creativa di Filippo Maria Bianchi, artista visivo e designer la cui poetica
attraversa linguaggi diversi, dalle installazioni immersive ai video, dal cinema alla progettazione spaziale. Bianchi rilegge l’upcycling in chiave estetica e narrativa, recuperando materiali dismessi (provenienti da fiere, mostre, contesti effimeri) trasformandoli in dispositivi carichi di senso.
Forme, cromie, pattern e grammatiche visive sono ripensati per costruire uno spazio imperfetto ma vivo, che riflette l’identità della Fondazione stessa: aperta, in trasformazione, pronta ad accogliere ciò che altrove viene ignorato.
Elementi di recupero provenienti da vecchie fiere e installazioni, trasformati e rielaborati, costruendo una scenografia che sconfina dal ready-made all’objet trouvé, fino a raggiungere un design radicale e consapevole. Nulla è lasciato al caso: ogni oggetto, ogni superficie, è un pezzo di racconto che ha cambiato funzione, significato e contesto. È una riflessione concreta e potente sul valore delle cose che altri considerano scarti.
Tre installazioni per raccontare l’identità della Fondazione
All’interno dello spazio trovano posto tre installazioni immersive e simboliche, realizzate da Pepperoni Studio, con contenuti a cura del direttore creativo Andrea Gnesutta. Ognuna esplora un tema chiave del progetto Anteego:
• AlterEGO – Un’installazione immersiva che riflette sul tema dell’identità attraverso un dispositivo semplice ma potente: caschi specchiati. Da fuori, il visitatore vede se stesso; da dentro, ascolta le voci di figure chiave del pensiero civile italiano (Morante, Dolci, Olivetti, Lodi) che hanno ispirato la visione di Anteego. Un viaggio audio che trasforma lo sguardo in ascolto, stimolando introspezione e consapevolezza.
• MultiEgo – Un’installazione visiva costruita con pannelli in PVC rosso e materiali traslucidi, che si rivela solo attraverso un filtro. Citazioni, messaggi e frammenti emergono a chi accetta di cambiare letteralmente il proprio punto di vista. Un invito a leggere tra le righe, a superare l’apparenza e ad abbracciare la complessità. Anche qui il materiale, riciclato e reinterpretato, diventa veicolo di contenuto.
• ZONA AnteEGO – Il cuore dello spazio: un padiglione interamente costruito con elementi di recupero, volutamente lasciato ‘in costruzione’. Questo ambiente non finito diventa simbolo della Fondazione stessa, che sceglie di mostrarsi per quello che è: un progetto in crescita, che valorizza il processo tanto quanto il risultato.
Un manifesto culturale e civile
‘Ecco Anteego!’ È il modo della Fondazione per dire che l’appuntamento è molto più di un evento. È una metafora concreta di ciò che la Fondazione vuole essere: un luogo che valorizza ciò che altri considerano scarto, siano essi materiali, persone o idee. È una visione ecologica, sociale e culturale, che rifiuta la spettacolarizzazione e mette al centro la consapevolezza, la sostenibilità e il valore delle differenze.
In un presente che tende a consumare e dimenticare, Anteego propone di ricordare e trasformare.
E lo fa partendo da ciò che già esiste.