Ci lascia un pensatore fuori dal coro, capace di orientare generazioni con rigore, passione civile e sguardo critico. La Fondazione Anteego è anche figlia del suo insegnamento.


Da oggi, 11 luglio 2025, non potremo più ascoltare la voce di Goffredo Fofi. Non leggeremo più il suo pensiero su un fatto sociale o politico, su un film appena uscito o su un classico del cinema riletto con occhi nuovi. Non avremo più le sue letture di un romanzo, le sue recensioni puntuali, le sue riflessioni sempre ancorate alla realtà e alla responsabilità collettiva. Goffredo Fofi è morto. Aveva 88 anni. Un’età che avevo forse rimosso, non volevo nemmeno saperlo. Perché per me, e per molti altri, Fofi è stato un riferimento costante. Vivo, presente, necessario.
Una scoperta decisiva
Ho conosciuto Goffredo Fofi grazie a un amico, Rodolfo Sacchettini, che all’università mi regalò un numero della rivista Lo Straniero, su cui già scriveva pur essendo molto giovane. Ricordo bene la scritta in copertina: “Arte, Cultura, Scienza, Società”. In altre parole: il mondo. Un mondo che quella rivista provava a raccontare in modo radicalmente diverso.
Il mio primo pensiero sfogliando quelle pagine fu: “Qui bisogna impegnarsi, e tanto”. Non avevo un grande passato da lettore alle spalle, eppure capii subito che lì non era richiesta nessuna “patente” da intellettuale. Bastavano la curiosità, la voglia di capire, una predisposizione al pensiero critico. E l’onestà di mettersi in discussione.
Un pensiero fuori da ogni appartenenza
Lo Straniero (e poi Gli Asini, e prima ancora tutte le riviste fondate da Fofi) era un luogo di pensiero che rifuggiva ogni appartenenza, ogni ideologia sterile, ogni semplificazione. Una grafica sobria, pagine dense, nessuna concessione alla distrazione o all’intrattenimento. La “società” era la lente che f iltrava tutto: arte, scienza, educazione, letteratura.
Per anni non ho più smesso di leggere le sue riviste, i suoi articoli, i suoi libri. Grazie a Fofi ho scoperto scrittori italiani e stranieri, pensatori del passato e autori contemporanei, ma soprattutto una postura intellettuale: quella che lega il pensiero all’azione. L’educazione come impegno civico, l’intellettualità come servizio.
Un’eredità che ci impegna
L’esperienza e l’insegnamento di Goffredo Fofi sono entrati in ogni cosa che ho fatto in questi anni. Anche, e soprattutto, nella nascita della Fondazione Anteego. Un’idea nata per custodire e portare nel futuro la tradizione culturale e civile che Fofi ha rappresentato. Un modo per trasformare il pensiero in pratiche coerenti, utili, condivise.
Perché l’impegno culturale non è un esercizio solitario: è una responsabilità collettiva. È un’alleanza tra generazioni. E in questo senso, il lavoro con i giovani è la sfida più importante che ci attende.
Grazie, Goffredo Fofi
Per averci insegnato che la cultura non è mai neutra, e che capire è già un primo passo per cambiare.
[Autore Francesco Lombardi, Fondatore e Presidente della Fondazione Anteego]